Giacomo Verde non ama le rutilanti esibizioni di grandi tecnologie ma gli usi imprevisti, intelligenti e magari un po’ perversi delle tecnologie moderne. Non gli piace l’orgoglioso isolamento dell’artista, la purezza dell’opera, ma la diffusione dei progetti, la contaminazione dei formati. Il loop interattivo, proiettato nell’ambiente coi videoproiettori,
è una tecnica che tutti possono realizzare con una telecamera
e un monitor.
Perché l’interazione, prima di essere una caratteristica delle tecnologie digitali e un sentiero esplorato dall’arte, è una modalità dei rapporti sociali, è la sostanza dell’esperienza umana (Antonio Caronia)

Reperto Antropo-logico unonovenovesette,
Museo MAGA di Gallarate
Giacomo Verde ha dedicato gran parte della sua carriera alla creazione di installazioni video e interattive. Tuttavia, il “restauro” di opere di questo genere risulta particolarmente complesso, poiché il ripristino di setup tecnici risalenti a decenni fa si scontra con l’obsolescenza della tecnologia originale. Alcune installazioni, che facevano uso di supporti informatici, sono oggi difficilmente ricreabili con i sistemi attuali.
In questo portale del progetto I_PAD vengono approfondite solo alcune delle opere più significative, selezionate tra quelle di maggior rilievo, per approfondimenti sulle installazioni, si rimanda ai testi:
Giacomo Verde. Attraversamenti tra teatro e video (1992-1986),
Anna Maria Monteverdi, Vincenzo Sansone e Dalila Flavia D’Amico
https://libri.unimi.it/index.php/milanoup/catalog/book/69
Giacomo Verde installazioni, tv interattive, net art, tecnoteatro (1992-2002), Anna Maria Monteverdi
https://libri.unimi.it/index.php/milanoup/catalog/book/134
L’installazione interattiva è stata ripristinata per la mostra Liberare Arte da Artisti (La Spezia, CAMeC, 2022-2023. In foto il prof. Giovanni Boccia Artieri). Sul dispositivo è stato aggiunto un sensore Arduino sotto la seduta, per ricreare le condizioni di interattività originarie (1995) che permettevano alla sedia di muoversi in circolo e connettere il visitatore alla rete, per diventare “opera d’arte attiva nel mondo”.