Macchine sensibili (1988)

Macchine sensibili, 1988

Digitalizzato direttamente dal Master in U-Matic HI BAND – STEREO PA (Archivio Giacomo Verde), Macchine sensibili (1988, 5’) è un videoclip tratto dallo spettacolo omonimo del Tam Teatromusica (1988), prodotto  in collaborazione con Blow up d Treviso. Fu realizzato mediante un montaggio di riprese di immagini fotografiche di scena cui si sovrappongono elementi video: scritte, bozzetti preparatori di Michele Sambin, fondatore del Tam TEtaromusica monitor che trasmettono segnali video astratti. Sul finire del video si aggiunge in sovrapposizione, l’immagine di un pendolo in oscillazione.
Le foto di scena si susseguono tramite carrellate ottiche in avanti e indietro, in alternanza e/o dissolvenza con campi medi e totali, stratificati dallo scorrimento orizzontale e verticale di split screen ottenuti artigianalmente. La tecnica utilizzata per l’animazione riprende il funzionamento del blue screen che consente l’intarsio di immagini. In questo caso l’intarsio non avviene elettronicamente ma è frutto di una costruzione “manuale”: Verde ritaglia da pezzi di un cartone blu fotografico 2x2m (che funge da chromakee), due tasselli rettangolari – uno in verticale e l’altro in orizzontale – all’interno dei quali muove la telecamera, riprendendo un monitor che trasmette scene dello spettacolo, pulsazioni luminose, grafiche e disegni, animati sul piano visivo mediante il movimento della telecamera. L’inserto delle immagini in movimento dentro una immagine fotografica è un’operazione al limite dell’artigianato, una  specie di “intarsio” video.
Sul piano sonoro il video inizia con la voce fuori campo di Pierangela Allegro che delinea l’estetica chiave della compagnia basata su una composizione guidata dal principio sonoro anziché dalla consequenzialità della narrazione verbale e mimetica.

Dalla scheda di restauro di Gabriele Coassin
Originale U-Matic ben conservato, con un solo punto iniziale di distacco di ossido. Provando con tre diversi videoregistratori e un TBC con correttore interno DOC, il passaggio critico risulta rientrare nella norma.  Alcuni drop-out persistenti in tutti gli effetti grafici in movimento sono stati probabilmente, lasciati di proposito dall’autore in fase di creazione dell’opera, per caratterizzare la specificità elettronica del mezzo.

Sulla peculiarità di realizzazione del video, vedi la videolezione di Gabriele Coassin