In netta controtendenza al mercato dell’arte, fin dall’inizio della sua produzione videoartistica (1983), Verde ha posto al centro del proprio lavoro il disincanto nei confronti della tecnologia professionale, la destrutturazione dell’aspetto massificatrice e passivizzante dei media, l’uso “creativo” di ogni dispositivo e l’abbattimento di ogni tipologia di aura, compresa quella dell’artista. Nel corso del tempo, fioriscono così videopere e videoper-azioni in forma di anti-canone mediatico e artistico dall’anima militante e poetica insieme, in cui rientrano anche i video d’arte, dove la scelta di Verde cade su alcune figure autoriali dichiaratamente anticonvenzionali.