Con l’evoluzione dell’archivistica audiovisiva, si è compreso l’importanza culturale delle immagini in movimento e le sfide della loro conservazione. Gli archivi teatrali conservano materiali eterogenei, come riprese di spettacoli e interviste, ma soffrono di formati obsoleti (VHS, Betamax) e di gestione frammentaria. La transizione al digitale ha reso possibile il recupero di materiali deteriorati, ma ha introdotto problemi legati alla qualità della digitalizzazione e all’obsolescenza tecnologica.
Digitalizzazione dei supporti analogici e formati digitali
La digitalizzazione degli audiovisivi teatrali è cruciale per la loro conservazione, ma senza una contestualizzazione adeguata, i materiali possono perdere valore storico e narrativo. Il processo non è solo tecnico, ma richiede un approccio critico per preservare l’identità culturale dell’originale.
Digitalizzazione e trasformazione dell’oggetto reale
Nel passaggio al digitale, l’oggetto reale diventa una risorsa doppia:
– Memoria da comprendere: testimone di un evento, mantenendo il suo valore storico e culturale.
– Risorsa da riutilizzare: una traccia digitale che può essere trasformata per nuovi usi e applicazioni.
Questo cambiamento richiede una gestione evolutiva, con particolare attenzione alla catalogazione dei dati relativi a creatori, contesti spazio-temporali e modalità di produzione.
Catalogazione e codificazione nell’audiovisivo teatrale
Nel teatro audiovisivo, la catalogazione costruisce relazioni tra i documenti, creando significati nuovi. Il processo di digitalizzazione si articola in tre fasi:
– Identificazione: riconoscere gli elementi significativi della registrazione teatrale.
– Digitalizzazione: trasportare il contenuto nel digitale, frammentandolo e scomponendolo in parti rilevanti.
– Organizzazione: creare una rete complessa di conoscenza per aggregare e restituire le informazioni.